domenica 11 ottobre 2015

2015_10_11 GISELLE, balletto, in diretta dal Teatro Bolshoi di Mosca


Domenica 11 ottobre 2015  ore 17.00
Adolph Adam GISELLE, balletto in due atti, prima 28 giugno 1841
Live in diretta dal Teatro Bolshoi di Mosca

Considerato come il simbolo del balletto classico e romantico Giselle nacque dall'idea di Théophile Gautier, un romanziere francese, e venne poi musicato, non appena il libretto fu finito, da Adolphe-Charles Adam, uno tra i più celebri compositori di musiche per balletto. La coreografia fu affidata a Jean Coralli, anche se i passi dei primi ballerini erano stati curati da Jules Perrot. Giselle è una contadinella che si innamora del principe ma muore di crepacuore quando scopre di essere stata ingannata da lui, il primo atto culmina nella sua morte; il secondo atto invece la vede ritornare come una delle Villi che per l'antico amore per Albrecht gli salva la vita, anche se questo è stato la principale causa della sua morte.

Atto I In un villaggio nel Medioevo una giovane contadina, Giselle, vive in una casetta con la madre Berthe. Ella adora ballare e darebbe la vita per questa sua passione. Entra in scena un giovane vestito da popolano, Loys, che abita nei pressi ma che in realtà è il principe di Slesia, Albrecht. Giselle, che ignora le sue nobili origini, in un primo momento titubante, accetta poi la corte del giovane, di cui si innamora. Giselle e Albrecht danzano gioiosamente nonostante i richiami della madre, che l'ammonisce per le sue precarie condizioni di salute. I giovani innamorati affidano il destino del loro amore allo sfogliare di una margherita che si rivela un presagio negativo. Wilfred, amico del principe, tenta invano di dissuaderlo dal continuare questa storia con la giovane. Entra in scena Hilarion il guardiacaccia, innammorato di Giselle, che nota il mantello del giovane sconosciuto e la sua spada con uno stemma. In lontananza, il suono di un corno annuncia una battuta di caccia. Arriva la corte, impegnata nella battuta, che entra nel villaggio per trovare ristoro. Tra i vari componenti di questa, c'è anche la promessa sposa di Albrecht, la principessa Bathilde con suo padre il Duca di Curlandia. Giselle offre loro del vino e Bathilde, impressionata dal candore, dalla innocenza e dalla dolcezza della giovane contadina, le fa dono del suo medaglione. Hilarion si aggira intanto furtivamente osservando Loys inquieto e preoccupato. Accecato dalla gelosia, smaschera allora il principe davanti a tutti, mostrando la spada con lo stemma. Giselle, perdutamente innamorata, prende nella disperazione la spada di Albrecht per uccidersi, ma poi impazzisce e muore per il dolore tra gli sguardi inorriditi dei presenti e lo strazio della madre.

Atto II - Giselle è diventata una Villi, uno spirito dei boschi. In una radura illuminata dalla luna nei pressi della tomba di Giselle. Hilarion è sconvolto dal rimorso e si reca a porre dei fiori sulla sua tomba, nelle vicinanze vi sono i suoi amici che cercano di distoglierlo e portarlo via. Ad un tratto entrano in scena Myrtha, l'implacabile regina delle Villi e le Villi. Giselle è convocata dalla sua tomba e accolta da Myrtha e dalle creature soprannaturali, danzando con esse. Hilarion è intanto inseguito dalle Villi che lo costringono a danzare fino alla morte. Albrecht arriva disperato alla ricerca della tomba di Giselle, lei appare davanti a lui e gli ricorda il funesto presagio della margherita, il fiore cui avevano affidato il destino del loro amore. Egli implora il suo perdono. Myrtha raduna le Villi e costringono Albrecht a danzare sino allo stremo per punire il giovane per il suo tradimento d'amore e farlo morire per sfinimento. Giselle supplica Myrtha di risparmiarlo, ma la regina delle Villi rifiuta e allora lei lo protegge sorreggendolo e danzando con lui per tutta la notte. Alle prime luci dell'alba le Villi sono costrette a svanire, Albrecht è salvo grazie all'amore di Giselle che non appartenendo più alle Villi, torna per il riposo eterno nella sua tomba, dove ai piedi di essa rimane il giovane principe solo e affranto dal dolore.
Note a cura di Mario Mainino

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